Scrivere su Guglielmo da Vercelli è “arduo e difficile. Perché occorre riflettere su una spiritualità intensa, estrema, molto lontana dalla nostra esperienza quotidiana, dalla nostra mentalità, di uomini del ventunesimo secolo.
La fonte per la conoscenza della vita di San Guglielmo è costituta dalla biografia, scritta verso la metà del dodicesimo secolo da un monaco goletano, Giovanni da Nusco, e dalla narrazione di alcuni miracoli aggiunti successivamente da autori ignoti. Il testo originale è andato perduto, ma si conservano due copie, compilate nel tredicesimo secolo, che concordano nel contenuto e nei dettagli. La prima traduzione fedele rissale al 1907, grazie a una stampa curata dall’ abitante di monte Vergine, Celestino Mercuro. Sono seguite altre edizioni critiche, ma il testo originale ha avuto comunque una divulgazione molto limitata. Dopo l’ azione meritoria dell’ abate Mercuro si è preferito diffondere delle biografie, scritte per lo più da religiosi contemporanei, con l’ intento, chiaramente sotteso, di rendere “accessibile” all’ uomo moderno il percorso di vita, spiccatamente “Medievale”, del personaggio in questione.