Casualmente, su un gruppo di promozione culturale e turistica del territorio, vengo a conoscenza di un’ artista, Anita Mandracchia. Amo l’arte in tutte le sue declinazioni ed apprezzo con estrema ammirazione, chi la esprime, ma ancor di più chi la reinterpreta, offrendo un quid pluris ed un quid novi a quanto è già stato prodotto, perché si arricchisce dell’anima, più recondita dell’ autore, filtrata dalle e nelle sue opere.
Per pura curiosità, vado a sbirciare sulla pagina di Anita, segnalata sul gruppo e ne resto, a dir poco stupefatto. Le sue opere, sono immediate e coinvolgenti emozioni allo stato puro. Allora cosa faccio? Semplice, le propongo un’intervista, per capire qualcosa in più. Immediatamente mi appare disponibile, molto pratica ma soprattutto solare. Dopo pochi secondi, mi parla dell’ultimo lavoro che ha appena concluso: I sette vizi capitali. Mi gira le foto di queste opere, che già dal titolo sono potenzialmente pregnanti di significato simbolico. Appena le vedo, ho la conferma che mi trovo di fronte, ad un’ artista eclettico e poliedrico, con una spiccata sensibilità interpretativa. Semplicemente Anita, vuole condividere le sue emozioni con chi riesce a coglierle nella loro essenza, senza filtri o preclusioni. Ogni tela è dedicata ad uno dei sette vizi capitali, ed ogni tela richiede, la giusta meditazione, riflessione e contemplazione. La sua interpretazione è svincolata da qualsiasi censura e si propone di dare a questi vizi capitali, così dissacrati dalla communis opinio , una fisionomia umana, colta nella sua immediatezza. Credo che, molto presto, sentiremo molto parlare di Anita Mandracchia, ed io potrò dire: ho visto giusto!