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Antiche tradizioni di fede a Bonito a devozione di S. Antonio

by Antonio Ferragamo

La pubblicazione di questo articolo proprio nel giorno che si celebra S. Antonio e portando io stesso con orgoglio il   nome del Santo vuole avere   un “quid novum” inteso come momento di sintesi non solo tra devozione e tradizione ma anche momento di continuità   tra   passato e presente.

Vi   racconterò   di antiche tradizioni rurali   che risalgono alla fine del Settecento e tradizioni religiose  squisitamente    autentiche   e suggestive.

S. ANTONIO IL SANTO DEI MIRACOLI CHE ATTRAE GIOVANI E GIOVANISSIMI

Il miracolo di Tommasino
Il miracolo di Tommasino

La devozione dei   Bonitesi verso S. Antonio da Padova è stata sempre molto profonda e molto sentita. S. Antonio è   il Santo   Taumaturgo,     Advocatus  Sancti  Sepulchri, Dottore della Chiesa.

Il Santo a cui   rivolgersi   per ottenere qualsiasi   grazia   per   ritrovare le cose perdute, per  il buon esito degli esami, per assicurarsi protezione contro i fulmini e le tempeste .

Esempio di umiltà e lucerna per i   più bisognosi è il Santo venerato non solo da adulti e anziani ma soprattutto da giovani e giovanissimi. Anche chi non frequenta abitualmente la   Chiesa    in suo onore recita preghiere e orazioni.

LA TREDICINA CHE COSA INDICA E CHE SIGNIFICA?

Tredicina in onore di S.Antonio di Padova
Tredicina in onore di S.Antonio di Padova

La manifestazione di fede piu’ evidente è la Tredicina che indica   il periodo di preparazione spirituale alla Festa del Santo.

Inizia   dal 31 maggio al 13 giugno. In questi giorni una buona fetta di popolazione e anche fedeli   dei paesi limitrofi   partecipano   alla Messa vespertina e recitano le orazioni nella chiesa dedicata al Santo che data la massiccia partecipazione di fedeli resta aperta    fino alle 22 per permettere anche a chi lavora, come da tradizione, di poter pregare o accendere una candela .

Invece il   termine   Tredicina indica  “strictu sensu”  la preghiera devozionale  costituita da tredici invocazioni , secondo altri indicherebbe  i tredici martedi’ che precedono la Festa del Santo detti anche Martedi’  Maggiori.

Il numero tredici è indissolubilmente legato a S. Antonio e indicherebbe il numero di grazie che concede ogni giorno ai suoi devoti e   coincide sia con il giorno della celebrazione della Sua Festa ma anche con il giorno della morte avvenuta il 13 giugno 1231.

LE VERGINELLE DI S. ANTONIO

Sicuramente la più originale tradizione bonitese sulla devozione di S. Antonio    si esprime con una processione di tredici fanciulle vestite di bianco (  le vergini) che portano un giglio in mano, simbolo di purezza.

Iniziativa promossa da chi aveva ottenuto la grazia richiesta. Durante queste occasioni si intonavano canti antichissimi e specialmente le donne facevano il percorso fino in   Chiesa a piedi nudi. Momento di estrema religiosità e   misticismo   collegamento preferenziale   tra il terreno e il   trascendente.

IL PANE DI S. ANTONIO DETTO ANCHE IL PANE DEI POVERI E IL MIRACOLO DI TOMMASINO

S.Antonio e il miracolo dei pani
S.Antonio e il miracolo dei pani

Durante la Festa del 13 giugno è tradizione distribuire ai fedeli   dei panini e delle piccole pagnotte di pane benedetto sia durante la mattinata sia durante la Processione che segue l’ultima celebrazione Eucaristica  per le vie del paese

Questa tradizione antichissima richiama il commovente episodio del piccolo Tommasino, un bambino di venti mesi che lasciato per pochi minuti da solo in casa scivola in un grosso recipiente d’acqua.

Rincasando la giovane madre vede sconcertata il bambino ormai senza vita. La madre disperata chiede l’   intercessione del Santo facendo un voto: se avesse ottenuto la grazia avrebbe donato ai poveri tanto pane per l’ equivalente del peso del bambino.

Il Santo accolse la supplica e Tommasino riprese miracolosamente a respirare. Da allora il Santo è il protettore dei poveri e custode dei bambini.  Storia   che è anche all’origine della Caritas Antoniniana.

TRADIZIONI RURALI INSTAURATE DAI MONACI FRANCESCANI. LO PIGNATIELLO DI S. ANTONIO

Colorita e legata ad un mondo rurale scandito dalle naturali    fasi biologiche era   quella   avviata dai frati Francescani che operarono a Bonito già dalla fine del Settecento.   Riguardava la   consegna di un recipiente tipico con due anse (lo pignatiello) quasi sempre di terracotta   a coloro che   intendevano riempirlo   con la  “nzogna” (sugna).

La sugna si produceva   partendo dalla lavorazione dal lardo del maiale che poi veniva conservato nel “pignatiello” e utilizzato all’occorrenza dai frati. Esempio chiaro ed inequivocabile di umiltà e   solidarietà.

I FRATI FRANCESCANI E IL MAIALE

Il chiostro nel convento
Il chiostro nel convento di S.Antonio

Si racconta ancora   che i   frati per diversi anni oltre alle offerte spontanee iniziarono ad allevare per il loro sostentamento   un maialino, animale   per sua natura molto abitudinario ed estremamente vorace.

Il maiale veniva lasciato libero per alcune ore del giorno tanto che taluni avevano appositamente allestito davanti le proprie abitazioni   una sorta di mangiatoia per contribuire al naturale sostentamento dell’animale.

Questa tradizione a mio avviso più che ricollegata a S. Antonio da Padova costituisce un mixtum corrotto dalla tradizione rurale e religiosa    meglio e più correttamente   attribuibile   a S. Antonio Abate   cosi come ci attesta anche   l’iconografia .

L’ ESTREMA ATTUALITÀ DELL’INSEGNAMENTO DI S. ANTONIO

In questo scenario globale e globalizzato che si sta delineando negli ultimi anni, non si possono ignorare   le dinamiche che riguardano le classi sociali più povere   , l’ immigrazione, la solidarietà  tra popoli,  una solida crescita socio-culturale a partire dalla prima età ,la legalità.

In sintesi il pieno rispetto della vita e dei valori fondamentali dell’uomo, in  un’ ottica di umilta’, solidarieta’ e reciprocita’  così come predicati dal Santo gia’ molti secoli fa è questo che lo ha fatto uno dei Santi più venerati della Chiesa.

Antonio Ferragamo Irpinia World
Antonio Ferragamo

Blogger Bonito.Cultore di storia,archeologia,arte e tradizioni  locali,escursionista.Da sempre,cerco di far conoscere ed apprezzare le varie potenzialita’ dell’ Irpinia, terra ove natura,tradizioni ,cultura e sapori sono ancora autentici,scrigno di eccellenze.Collaboro con chiunque abbia le mie stesse passioni nel valorizzare in toto  la nostra terra e ho colto al balzo l’invito che mi e’ stato proposto,con il proposito lungimirante ma mai utopistico di riproporre un nuovo “rinascimento” irpino sia sociale che culturale, imprenscindibile  da una presa di coscienza individuale in un ottica di collaborazione pluridisciplinare e plurisettoriale.

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