Home Cultura e SocietàArte Irpina Lacedonia: l’acquasantiera di Pietro Caroagno d’Andretta

Lacedonia: l’acquasantiera di Pietro Caroagno d’Andretta

by Raffaele Masiello

Nell’atrio del Museo Diocesano di Lacedonia è conservata un’acquasantiera alta circa 135 cm, d’inizio Seicento,  che fu scolpita dall’artista andrettese Pietro Caroagno.

L’opera in breccia e marmo scolpito proveniva dalla Chiesa di S. Maria della Consolazione di Lacedonia.

La chiesa, ancora esistente, fu voluta dalla città di Lacedonia su di un terreno donato dal sacerdote D. Giovanni Giacomo di Muro di Lacedonia, nel 1503,  alla Basilica di S. Giovanni in Laterano di Roma.

L’opera venne realizzata dal Caroagno nel 1605 su commissione della città di Lacedonia. Lo scultore firmò lungo la base la sua opera nel 1605 ma omise il nome della committenza: M6V [1605] S(culptor) P(etr)OCARO|AGNO D’ANDR|ETTA FECIT. Tre anni dopo la città di Lacedonia vi fece aggiungere sul fusto dell’acquasantiera un’iscrizione che confermava la committenza: VN(iversi)TAS/ / CIVITATIS/ LAQ(uedo)NIE AERE/ P(ro)P(r)IO F(ieri?) IVSSIT/ ANNO D(omi)NI/1608.

L’opera si presenta in tre pezzi, la base, il fusto e la vasca, realizzati in materiali diversi: la breccia irpina per la base e la vasca, il marmo bianco per la colonna/fusto.

La base è composta da un motivo fitoforme a cipolla che poggia su un plinto su cui corre l’iscrizione con la data e il nome dello scultore.

L’opera si presenta composta da tre, la base, il fusto e la vasca, realizzati in materiali diversi: la breccia irpina per la base e la vasca, il marmo bianco per la colonna/fusto. La base è composta da un motivo fitoforme a cipolla che poggia su un plinto su cui corre l’iscrizione con la data e il nome dello scultore.

Il fusto o la colonna presenta una decorazione a racemi che partono tra tre cornucopie  coperte da tre scudi che riproducono lo stemma della città di Lacedonia, la nota cicogna, lo stemma della sede vacante romana, ovvero le chiavi decussate coperte dal gonfalone papale a forma di ombrellone e un terzo che inizialmente era vuoto e su cui più tardi, nel 1608, venne inciso una nuova iscrizione con il nome della committenza, ovvero la città di Lacedonia.

La presenza dello stemma della sede vacante è motivata dal fatto che l’edificio era di pertinenza della diocesi di Roma e quindi dal vescovo di Roma, e nel 1605 la sede papale era vacante.

La decorazione a racemi continua poi sul lato esterno della vasca. All’interno della vasca invece è inciso un grosso tritone bicaudato (con due code) coronato e con i genitali ben evidenziati. Tutt’intorno al tritone corre, lungo il bordo della vasca, una decorazione composta da delfini che mangiano altri pesci e pesci singoli.

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