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Il Crocifisso di Carpignano

by Raffaele Masiello

Nella Chiesa di Santa Maria di Carpignano, adiacente al Convento dei Padri Mercedari di Carpignano, una frazione di Grottaminarda, nel cuore dell’Irpinia, è conservato un interessante Crocifisso di cartapesta.

Questo Crocifisso, oltre ad assistere a quasi tutte le vicende storiche del Convento di Carpignano, tra cui i tre terremoti del Novecento (1930, 1962 e del 1980) che lo hanno lasciato illeso, ha ascoltato le preghiere e le speranze di quasi tutti i pellegrini che hanno fatto visita al Santuario mariano. 

Numerosi sono stati gli sguardi e i pensieri dei devoti che si sono soffermati a meditare e pregare sotto questo Cristo sofferente.  

 La sua iconografia è alquanto inconsueta. Non è raffigurato secondo le tradizionali rappresentazioni canonizzate in età medievale, i cosiddetti “Christus triumphans” o “Christus patiens”, ovvero il Cristo trionfatore della morte, con lo sguardo fiero, o il Cristo sofferente, quasi sopraffatto dai peccati dell’uomo. 

Il Cristo di Carpignano è rappresentato nel momento esatto in cui, un attimo prima di morire sulla Croce, rivolge lo sguardo verso l’alto e, con l’ultimo fiato del corpo, chiede il conforto e la misericordia di Dio, pronunciando le prime parole del salmo 22:  “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Un salmo che, pur presentando nel titolo e nel testo un tono angoscioso e desolante, si proietta nella piena fiducia della vittoria divina.  

Il corpo del Cristo è rappresentato anatomicamente perfetto. I muscoli e nervi sono in tensione per gli ultimi sforzi affrontati. 

Un essere umano normale si sarebbe rassegnato alla fine. Il Figlio di Dio no, con le ultime parole dichiara la sua fiducia incessante verso il progetto del Padre di cui è parte integrante.

La croce è composta da due tronchi intersecati, sempre di cartapesta, che s’incrociano dietro la testa del Cristo. 

Quest’opera fu voluta dal Padre Rodolfo Ciuchini O. d. M. per ricordare i venti anni della presenza mercedaria a Carpignano (1901 – 1921) e i dieci anni della sua nomina a parroco di Carpignano (1911-1921).

I vari atti della sua committenza, o semplicemente del suo acquisto, sono sufficientemente documentati nel “Registro delle spese per i restauri della Chiesa di Maria Santissima di Carpignano”, che va dal marzo 1908 al luglio 1932.

 

Durante il 1920 il Padre Ciuchini raccolse tra i devoti della Madonna di Carpignano, locali e emigrati,  varie offerte per l’acquisto di un nuovo Crocifisso da collocare nella Chiesa, al posto del vecchio che era fatiscente

La cifra da lui raccolta, 2846 lire, il 25 agosto fu consegnata al nuovo rettore del Convento, Padre Adolfo Rezza O. d. M. che si occupò direttamente dell’acquisizione del Crocifisso. 

Il soldi raccolti dal Padre Ciuchini erano al di sopra della spesa prevista e il Padre Rezza decise anche di far realizzare due nuovi altari laterali in marmo da collocare nella resturanda chiesa di Carpignano. Uno dei due altari doveva servire proprio per il nuovo Crocifisso.

S’ignora il luogo di realizzazione del Crocifisso ma è probabile che fosse Napoli, in quanto dal “Registro delle spese”, risulta che  il 20 dicembre 1920 il Padre Rezza era Napoli per contrattare con Giuseppe Limatola i due altari. 

Sempre dal registro risulta che nel marzo 1921 il Crocifisso era ad Avellino, nei depositi della stazione ferroviaria, e il Padre Rezza il 5 marzo mandò un proprio “messo”, purtroppo rimasto anonimo, a svincolare l’opera d’arte che era rimasta bloccata nella stazione avellinese per alcuni cavilli burocratici. Le spese di viaggio del messo e dello svincolo del crocifisso furono di 172 lire e 95 centesimi.

Dopo di che il Crocifisso, lo stesso 5 marzo, ripartì via treno per Carpignano. Per il tratto ferroviario Avellino – Partenopoli, furono pagate 25 lire e 50 centesimi, mentre per il tratto  Paternopoli – Carpignano, fatto attraverso l’uso di un carro, costò una lira e 90 centesimi.   

Il 12 marzo successivo venne saldato l’acquisto del Crocifisso: 800 lire. Dieci giorni dopo il 22 marzo, dopo il montaggio dell’altare in marmo, il Cristo venne messo in posa.

Da quel 22 marzo 1921 ad oggi il Cristo, pur cambiando spesso collocazione, è stato sempre nella Chiesa di Carpignano. 

© Tutti diritti riservati Raffaele Masiello

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