Home Cultura e SocietàArte Irpina Trevico: le cinque statue della Madonna della Libera

Trevico: le cinque statue della Madonna della Libera

by Raffaele Masiello

La tradizione erudita trevicana vuole che il culto della Madonna della Libera a Trevico, venerata nella Chiesa Cattedrale dell’ex diocesi di Trevico, risalga almeno al IX secolo d. C.. 

Da tempo immemore la Madonna della Libera è venerata solennemente  l’8 di settembre, giorno in cui la tradizione cristiana festeggia la Natività di Maria. 

La Madonna della Libera è rappresentata nella tradizionale iconografia della Madonna della Misericordia. La Vergine è, infatti, raffigurata in piedi mentre allarga le mani e il proprio mantello per accogliervi, al di sotto, i fedeli inginocchiati di dimensione minori. Si tratta di un retaggio dell’epoca medievale, detto della “protezione del mantello”, che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d’aiuto. Ciò consisteva appunto nel dar loro simbolico riparo sotto il proprio mantello, considerato inviolabile.

Con il diffondersi di questa tipologia iconografica, sotto il mantello della Vergine finì per trovare riparo l’intera umanità: uomini e donne, bambini, membri di confraternite religiose o di congregazioni di mestieri, vescovi e papi, re e imperatori.

Tra le origini storiche di questo modello figurativo va ricordata la testimonianza del teologo e scrittore tedesco Cesario di Heisterbach, il quale, nel Dialogus Miraculorum, composto fra il 1220 e il 1230, riporta la visione di un frate, il quale, rapito in estasi e portato in Paradiso, aveva avuto modo di vedere nascosti sotto le pieghe dell’ampio mantello della Vergine alcuni monaci.

La tradizione racconta che ai piedi della Madonna della Libera sono rappresentati sulla destra il popolo, il Capitolo diocesano e il vescovo di Trevico, mentre sulla sinistra il popolo di Bisaccia.

L’abito della Vergine e il suo mantello, finemente scolpiti, sono tutti indorati. L’unica traccia di colore dell’abito è data dalla cinta rossa a girovita, senza cinghia, la cui estremità ricade sul davanti quasi fino a terra. La forma della cinta ricorda quasi una croce commissa, meglio nota come croce a Tau.  

Completano la sua decorazione tre croci dipinte sul collo e sul palmo delle mani, aperte verso gli osservatori, e una maestosa corona d’oro di circa un chilo e cento. 

La corona, in triplice ordine fu donata dal Cav. Michele Cuoco di Trevico, che la fece realizzare nel 1924 presso il cesellatore Catello di Napoli    

Quest’immagine con buona probabilità risale al XVIII , come vedremo tra poco, si rifà alle rappresentazioni precedenti. Essa venne restaurata una prima volta nel 1820, dopo la caduta del braccio destro, nel 1924, in previsione dell’incoronazione del 7 settembre 1924, e nel 2010.

Quasi tutti conoscono l’immagine odierna, universalmente venerata, ma pochi sanno che oltre a questa esistono ben altre quattro immagini della Madonna della Libera, di cui l’ultima, realizzata nel 2010,  è solo una fedele copia di quella attuale, che sarebbe la quarta nell’ordine.  

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Tutte e cinque sono conservate nel territorio irpino. Quattro a Trevico e una ad Ariano nel Museo Diocesano, nella sala delle Sculture.

Le prime due vennero ritrovate nel corso degli anni Ottanta del Novecento, durante la ristrutturazione della Cripta della Cattedrale di Trevico, e un primo preliminare studio delle due sculture ha dimostrato che risalgono rispettivamente al XIV e al XVI secolo. 

La terza dovrebbe risalire al XVII secolo ed è conservata attualmente nel Museo diocesano di Ariano. 

Purtroppo queste prime tre sono particolarmente rovinate e hanno perso quasi del tutto la colorazione originaria, tuttavia la più deteriorata è la seconda, che risulta mancante di vari pezzi.  

Sì è ipotizzato che le statue, realizzate in momenti differenti, a parte l’ultima del 2010, si sono sostituite nella venerazione nel corsi dei secoli, ma è anche possibile che alcune di esse sono state venerate anche negli stessi momenti, magari per edifici differenti o anche solo per essere utilizzate durante le processione. È certo però che tutte riprendono l’iconografia della Madonna della Misericordia. 

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