Questa maschera viene dal nostro passato e rappresenta una figura della civiltà contadina. Sicuramente Tatone era un nulla tenente, uno che lavorava occasionalmente, che per i suoi servizi veniva compensato per lo più con un pranzo, qualche bicchiere di vino. . . e andava pure bene!?!? Il Tatone andava ricercato tra quelle figure come il tizio che si recava in campagna col padrone, che caso mai , gli affidava l’incarico di raccogliere dei fioroni (fichi novizie) che erano in numero di 5,6 e che il padrone gli contava avvisandolo “guai se ne trovo una in meno!?” Dalla moglie o serva poi gli faceva preparare una colazione, a base di pane e un’alice sotto sale, per non appesantirlo. Era la paga per il lavoro fatto. Sicuramente pure un qualsiasi Tatone in giovinezza aveva avuto il suo fazzoletto di terra, di cui dovette disfarsi a causa di un qualche inverno particolarmente rigido, e perché in casa erano terminate le risorse aveva finito per cedere il terreno in cambio di un sacco di grano. Con la buona stagione, tuttavia, le cose andavano meglio anche per i malegovernati. . . . . Era a questo livello che si trovava la disponibilità di qualcuno che in paese facesse il Tatone di turno a carnevale. Tatone nel passato veniva sistemato una volta su un treppiede, poi su un trattore, oggi su un furgone adattato alla bisogna. Questo furgone chiuso oggi ospita anche altri personaggi, come un dottore, un prete; la scena, unica, è rappresentata per l’appunto da Tatone moribondo che in un dialogo tragi-comico col medico e col prete ha ora fame, ora sete di vino buono –oggi l’AGLIANICO o quasi, mentre il dialogo tra loro comprende momenti spiritosi, lieti e tristi, intanto intorno la folla partecipa al racconto delle loro facezie gridando in coro TATONE MIO!?!?!?!?L’allegra brigata gira per le strade del paese rappresentando ,così, la nostra tradizione che oggi riconosce al nostro paese il nome del TAURASI DOC e DOCG. Qualche anno è capitato che è stato anche difficile fare la festa di Tatone in quanto non si trovava facilmente il personaggio.
Quest’anno, la festa a/di Tatone è probabile che si faccia, visto lo spirito goliardico dei nostri giovani. Me l’immagino già: Il carro è bell’e pronto: si parte. Dal passato”Si ride, si grida, si fa schiamazzo, ora facendoci gioco del Tatone di turno , ora gridando in coro “Tatoooone mio!?!?!?”; e poi ancora gridare facezie, insultare il poveraccio diventato per una serata un RE, ma per poco in quanto Tatone, offeso di nuovo, si incazza ancora una volta e tenta di alzarsi dal treppiede e andarsene, abbandonare il campo. . ., ma anche in questa circostanza, segue l’incoraggiamento dei presenti , accompagnato da un invitante bicchiere di vino. . . –forse AGLIANICO!?-, lo fa rimanere di nuovo al suo posto. . !?.
Intanto vuole il caso che con lui c’è anche altra gente che mangia, per cui di li a poco l’allegra brigata canta, sempre più ammaliata da Bacco in coro“mangiamm’ stasera, ca rimane Dio provvere”. Tatone troneggia al suo posto.
Altri protagonisti di questo pur fascinoso spettacolo sono il medico, il prete, i giovani, la gente, tutti che si lasciano andare da questo pure coinvolgente spettacolo. . .!? L’allegria invade tutti: non c’è chi non partecipa allo schiamazzo, che sta anche col fiato sospeso per non perdere le tante,anche se banali, spontanee battute di questo improvvisato spettacolo. . .
Tutti si divertono. . . tanti ci aspettano davanti alle loro case , tanti più benestanti, che per l’occasione offrono volentieri da bere e da mangiare a Tatone e all’allegra brigata. . . !? (E’ il giorno in cui si offre al popolo. Che vuoi!? Semel in anno, licet insanire. . . E, se capovolgessimo le regole?Mah!? a noi va bene così ???
. . . A mezzanotte Tatone muore. . . per una volta apparentemente sazio. . . portandosi con sé l’illusione dell’abbuffata. . . molto simile all’abbuffata della piccola, povera fiammiferaia che vedeva scomparire ogni ben di Dio allo spegnersi del successivo fiammifero, mentre il freddo della neve e la fame la riavvolgevano.. .!?!?!? Sarà questo un anno buono per tutti!? Ce lo auguriamo.
Una filastrocca fa da ornamento alla manifestazione:
Carnevale carnuvalicchio/rammo ‘no capo re sauzicchio/ e se nu’ me lo vuo’ ra /ca te puozze ‘ntusseca’./ Carnevale, carnuvalicchio/ vace truvanne ove, pastiero e sauzicchio/ a la casa se le vole porta’/ ca cu’ li compagne se l’adda mangia’./ Carnevale è sciuto pazzo/ s’ha vennuto lo matarazzo,/ s’add’accatta’ pane e vine/ taralluzz’e biscuttine./ Carnuva’, pecchè si’ muorto!?/ La ‘nsalata steva a l’uorto,/ lo sauzicchio stev’appiso/ pane e vino no’ ‘nte mancava/ Carnuva’pecchè si morto?!.