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Biodiversità in Irpinia. Che cosa si intende per biodiversità?

by Antonio Ferragamo
Biodiversità in Irpinia
Che cosa si intende per biodiversità?
Il termine biodiversità è di conio piuttosto recente. La paternità del termine, che risale al 1988, è da ascrivere all’ entomologo americano Edward O. Wilson. Tradotto dal termine inglese biological diversity ulteriormente abbreviato in biodiversity ed italianizzato in biodiversità. Per biodiversità si fa riferimento a tutte le species vegetali, animali, funghi e microrganismi che si riscontrano in una determinata area geografica, analizzati ed elencati singolarmente, ma più spiccatamente nella loro interazione reciproca in un ecosistema.
L’ Irpinia scrigno di biodiversità L’ Irpinia tra i suoi innumerevoli attrattori turistico/culturali, vedasi il patrimonio storico- archeologico, artistico, monumentale ed enogastronomico, viene opportunamente definita la verde Irpinia: questo appellativo che prima facie risulta essere banale e superficiale, in realtà è estremamente identificativo in quanto rispecchia in toto la realtà del suo ambiente, estremamente diversificato, costituendo le premesse fisionomiche ed indefettibili per essere scrigno di biodiversità. I Parchi Naturalistici in Irpinia
In Irpinia si estendono 3 Parchi Naturalistici Regionali ossia il Parco del Partenio, il Parco dei Monti Picentini oltre al parco Vallo Lauro-Pizzo Alvano, più recente, istituito con Legge Regionale numero

1 del 2007. Inoltre il territorio irpino risulta interessato da Siti di Importanza Comunitaria(Sic), Zone di Protezione Speciale(ZPS), per la protezione e la salvaguardia dell’avifauna, poste lungo le rotte di migrazione e finalizzate ad un mantenimento ed alla sistemazione ottimale degli habitat idonei. Parchi Urbani di interesse regionale e Oasi naturalistiche del Wwf completano quello che costituisce l’organigramma posto a protezione di micro aree particolarmente sensibili. Il Parco naturalistico del Partenio: eccellenza per biodiversità Il Parco del Partenio fu istituito nel 2002 e si estende su un’area di poco meno di quindicimila ettari, ricoperti prevalentemente dal leccio, castagneti e faggeti con arbusti di Orniello e di Prugnolo. Interessa quindici comuni: Mercogliano, Monteforte Irpino, Ospedaletto d’Alpinolo, Pietrastornina, Sant’ Angelo a Scala, Summonte, San Martino Valle Caudina, Cervinara, Rotondi, Mugnano del Cardinale, Quadrelle, Sirignano, Sperone, Baiano e Avella.

La biodiversità in questo parco risulta essere tra la più variegata a livello europeo. Sono state censite oltre settanta specie di volatili, tra cui l’ Upupa, Poiane , Falchi Pellegrini, Corvi imperiali, Barbagianni e Gheppio fino allo Sparviere e al Picchio verde. I mammiferi censiti spaziano dal cinghiale, alla faina, dalla donnola al tasso ma negli ultimi tempi sia per fortuiti avvistamenti sia per le orme impresse sul terreno sembra che ci sia anche il ritorno del lupo, originario e antico protagonista dei boschi irpini, come vuole la stessa storiografia ed iconografia legata al misticismo di San Guglielmo. I rettili e la flora completano le tessere di questo splendido mosaico.
Tra i rettili il ramarro, il geco, ma anche diverse specie di serpenti tra cui il Biacco, serpente nero innocuo, il Cervone e il Saettone, meglio conosciuto perché mutuato a simbolo della farmacologia, oltre a qualche vipera. Nel sottobosco, asparagi, funghi, tartufi, biancospino e ciclamini.
Per la flora sono state censite trentatrè specie di orchidee, il Garofano selvatico, diverse varietà di Viola, ma anche la rarissima  Anthemis utilizzata dai monaci del Santuario di Montevergine per la produzione di un peculiare liquore officinale. Il Parco dei Monti Picentini: la riserva d’acqua più vasta del Sud Il Parco dei Picentini si estende tra le provincie di Avellino e Salerno e risulta essere il più esteso di tutta la Campania con circa 63000 ettari. I comuni irpini interessati sono 17: Senerchia, Caposele, Calabritto, Bagnoli Irpino, Nusco, Montella, Lioni, Castelvetere sul Calore, Montemarano, Chiusano San Domenico, Volturara Irpina, Sorbo Serpico, Serino, Santo Stefano del Sole, Santa Lucia di Serino, Solofra, Montoro Superiore.
Dai Monti Picentini sorgono diversi fiumi della Campania tra cui: il Calore, il Sele e il Sabato le cui acque dissetano il Napoletano e la Puglia, tanto che i Picentini sono considerati la riserva d’acqua più abbondante del Sud e la terza riserva d’acqua d’Europa. L’acqua è elemento caratterizzante del parco. Cascate, ruscelli, torrenti e grotte scavate nella roccia da fiumi sotterranei che si propagano per diversi kilometri completano uno scenario paesaggistico/ambientale che costituisce un unicum, in particolare basta ricordare le Grotte del Caliendo.
L’ emblema di questo parco è il rarissimo pino nero d’ Austria. Faggio, cerro, acero, ontano e castagno sono ulteriori elementi di spiccata biodiversità anzi sono definiti dagli addetti ai lavori indici o indicatori di biodiversità. Un equilibrio da preservare Quello che la natura ha sapientemente cesellato si esplica in un delicato equilibrio proprio tra la natura e l’uomo stesso.
Si tratta di un equilibrio che dovrebbe essere simbiotico e quindi preservato ad ogni costo. Questo compito spetta non solo e non precipuamente alle Istituzioni all’uopo preposte, ma in via sussidiaria a ciascuno di noi.
Come si può fare? In primis, diffondere la cultura del rispetto ambientale non abbandonando rifiuti ovunque e promuovendo un turismo consapevole, ecosostenibile ed ecocompatibile. Solo questo tipo di turismo attento e a passo lento può essere tollerato dalle nostre aree, altrimenti si rischierà di stravolgere il sensibile ecosistema ed innescare un processo involutivo disastroso.
Antonio Ferragamo

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